Questo diario è il terzo libro scritto da me, un’esplorazione degli ambienti cittadini ed extraurbani per osservare gli umani e gli oggetti moderni. Rappresentazioni in forma filosofica o matematica per riuscire a trovare la giusta quantità di moto, le prove che il bene è un più alto sentimento, senz’altro rispetto a un male, la giusta ripetizione di sempre le stesse cose per confermare, che qui non si può dire il falso e tanto meno realizzarlo. Una certa praticità associabile a un manuale sui diritti socio – politico, poi le diverse forme d’uscita da un moderno malsano o nella incorporeità dell’essere.
Questo diario è il terzo libro scritto da me, un’esplorazione degli ambienti cittadini ed extraurbani per osservare gli umani e gli oggetti moderni. Rappresentazioni in forma filosofica o matematica per riuscire a trovare la giusta quantità di moto, le prove che il bene è un più alto sentimento, senz’altro rispetto a un male, la giusta ripetizione di sempre le stesse cose per confermare, che qui non si può dire il falso e tanto meno realizzarlo. Una certa praticità associabile a un manuale sui diritti socio – politico, poi le diverse forme d’uscita da un moderno malsano o nella incorporeità dell’essere.
Il divenire delle proprie esperienze, dei propri sogni nelle loro realtà senza problemi di base, a conferma di un’evidenza umana d’insieme, infine il trasferimento di materiale sociale e antropico tanto contestato in questi anni dopo il duemila. Il periodo delle ventuno lettere contenute raggiunge da dicembre 2008 a luglio 2010.